Il paesaggio nello spazio, mostra fotografica collettiva a cura di Erminio Annunzi
In occasione del Festival Fotografico Europeo, domenica 17 marzo 2019 Istituto Italiano di Fotografia ha inaugurato la mostra fotografica collettiva “Il paesaggio nello spazio” con gli scatti degli studenti del secondo anno del Corso Professionale Biennale di Fotografia. La mostra, curata da Erminio Annunzi, è stata ospitata nella prestigiosa sede di Palazzo Marliani-Cicogna a Busto Arsizio (VA) fino al 28 aprile 2019.
La rappresentazione dello spazio è un compito arduo per la fotografia. Da un punto di vista fisico, si tratta di ridurre un concetto tridimensionale, altezza, larghezza e lunghezza, in uno compresso e limitato come lo spazio fotografico, che è fornito di sole due dimensioni; inoltre c’è pure da considerare il rapporto con il tempo che lo spazio allaccia sistematicamente ad ogni soffio di otturatore.
In questo ultimo caso ci troviamo ad affrontare la dicotomia dello spazio fotografico, ovvero se in relazione al tempo, lo spazio è “agito” o “agente”.
Prendendo in esame la fotografia, come se fosse un puro testimone più o meno cosciente, ci troveremmo ad analizzare il puro accadimento del reale, quindi un insieme “esterno” alla fotografia stessa e questo pone termine al valore dell’azione linguistica inserita nell’immagine. Tale concetto è stato ben analizzato da Viviana Gravano che in un suo scritto pubblicato sul libro “Le idee della fotografia” di Claudio Marra cita “La dinamica interna dell’immagine non dipende affatto dall’azione che vi viene tracciata, impressa, o imprigionata, ma è l’azione linguistica insita nell’immagine che risponde a sue dinamiche interne: fotografare un evento non vuole dire riprodurre il tempo e lo spazio di quell’evento, ma vuol dire creare il tempo e lo spazio di riproduzione di quell’evento”.
Per risolvere questi “piccoli” problemi, ci vengono incontro molti artifici visivi e compositivi: i colori, la variazione tonale, la geometria, le forme, la prospettiva piana e molto altro ancora.
Di diversa natura è la rappresentazione concettuale dello spazio, perché non si deve affrontare il problema attraverso la sola riproduzione spaziale, bensì è necessario che lo spazio sia un contenitore di forma non definita in cui, la commedia/tragedia dell’umano destino, si manifesta in un gioco dove i ruoli, tra luogo stesso e umano agire, si intersecano strettamente creando un unicum visivo.
L’uomo non è il solo giocatore autorizzato a giocare nello spazio, lo fa anche la natura, la quale piega le regole del gioco stesso secondo principi creativi ed evolutivi propri, oggi molto distanti dal procedere umano, il quale è concentrato unicamente su valori economici e di fruibilità ludica.
Possiamo affermare che questi due player giocano sullo stesso tavolo ma con regole diverse e sostanzialmente in contrapposizione tra di loro.
Queste sono le premesse del lavoro svolto dagli studenti dell’Istituto Italiano di Fotografia: un’indagine che si è concentrata non solo sulla riproduzione spaziale fotografica ma anche sul principio di spazio concettuale in relazione alle “forme” ed al “tempo” insite nelle idee della rappresentazione fotografica.
Questo lavoro, svolto a più mani, mette in risalto le opportunità linguistiche espressive proprie della forma fotografica, che non è semplicemente legata alla riproduzione dello spazio e del tempo in quanto tali ma piuttosto alla forma e alle sostanze delle idee.
Erminio Annunzi
Autori in mostra: Claudete Alves Cardoso – Matteo Bellomi – Elena Benvenuto – Matteo Carlin – Constanza Delvecchio – Simon Fiorentino – Alessandra Gennari – Tommaso Lavegas – Martina Maiello – Elena Maldifassi – Clara Parmigiani – Jason Rubini – Veronica Maria Chiara Sala – Beatrice Sana Gallone